Polvere sospesa.

Il radioso raggio del mattino che arriva tra le fessure della finestra chiusa proiettando il nuovo sole dentro questa mia stanza buia e ancora piena di sonno, ribaltando il mondo a testa in giù sul muro ruvido, bianco e vecchio come la mia voglia molle di aprire gli occhi per provare a guardare.

Tra i colori ancora scomposti del risveglio vedo galleggiare puntini di accesa polvere, che sospesi nell’aria, rincorrono confusamente il nulla, lasciandosi e riprendendosi, dondolando e danzando, senza peso e senza senso.

L’immutabilità dell’aria risulta solo falsa apparenza tra le moltitudini vive di questi infinitesimi spiriti vaganti tra un ovattata assenza piena di luci e movimento; piccole anime scintillanti incomparabili nella grandezza del mondo ma ugualmente coscienti di sé come il mare, il vento e il sospiro di un amore.

Ed in queste piccolissime sensazioni io mi vedo a trasformare i granelli illuminati dal sole in lettere le quali vanno a comporre parole assurde e senza significato ma é il linguaggio della polvere che si muove e si racconta una volta di più.

 

 

Pensieri erranti.

Sogno di una notte di mezza estate; trovandomi mollemente sdraiato su di un letto sudato e disfatto, dove il sonno, guardandomi dal comodino, curiosamente mette il naso tra queste righe senza avere nessuna intenzione di addormentarmi, scrivo queste parole già nel cuore notturno del 21 giugno 2016.

Nella stanza, timidamente illuminata dalla fioca luce del tablet, passano fluttuando nell’aria, i pensieri erranti della notte; così diversi tra loro che pare una esposizione di cianfrusaglie di un pessimo negozio di anticaglie arrugginite; tutte le mie visioni che mi circondano quando sono da solo a cui io sono fortemente legato e appassionatamente innamorato.

Ridono, piangono, corrono e sbadigliano, a volte sono immagini piene di colori a volte grigie e tristi come una casa in mezzo alla nebbia; mi piace raccontare di loro, credo che sia giusto dare il giusto spazio a queste emozioni e così proverò a scrivere le loro storie.

Per ora basta così è già tardi e forse il sonno si è deciso a tornare dentro il mio orecchio così da portarmi a fare un giro dietro lo specchio della realtà o quella che ci ostiniamo a chiamarla come tale.

Volevo solo presentare questo mio spazio notturno a chiunque ci capitasse dentro e sopratutto a me stesso perché ho un maledetto bisogno di scrivere.

Non c’è logica predefinita, nessuna trama ne’ tanto meno una morale finale, sono i miei pensieri erranti nella notte.