Il caldo afoso della sera mi rende sempre nervoso, non sopporto il caldo; beh nemmeno il freddo eccessivo ma tra il mare e la montagna preferisco stare lontano dal casino.
Dopo cena vorrei fare mille cose ma poi mi ritrovo davanti al computer girando inutilmente pagine e siti senza uno scopo preciso, ritrovandomi a leggere la storia del Texas o come spesso accade a configurare qualche auto da almeno 65.000 € sapendo benissimo che non potrò mai acquistarne una, forse sarà anche per quello che configuro e configuro per poi alla fine esclamare tra me e me…. si ciao, ma questi son pazzi!
Che spreco di tempo, che inutile pretesto per non pensare a qualche cosa di serio…. serio?
Splendida parola….. serio!
Ma dai.
Mi piacerebbe scrivere un libro, e questa è una delle mille idee di cui parlavo prima, neanche tanto malsana, ma poi di cosa scrivo?
I temi possono essere tanti, se vedo un film di fantascienza allora scriverei volentieri un racconto di alieni e guerre interstellari, se vedo un film storico parto con l’idea di un romanzo su Napoleone o sulle guerre del Barbarossa in Italia, se per caso vedo un film horror beh allora una bella storia di fantasmi e cimiteri; comunque una storia che nessuno ha mai scritto…. ma i 295 endecasillabi dei sepolcri rimangono irraggiungibili!
Ovviamente poi non concludo un bel niente e vado a letto alla una stanco e rimbambito di pagine immagini e pensieri.
Non contento mi porto dietro l’IPad e mi leggo la storia della Polonia…. che una volta era più potente e importante della Russia.
Come è facilmente evidente scrivere non è per niente facile; si hanno mille idee ma trasportarle su di un foglio o su di una tastiera non è immediato.
Che profonda analisi, bravo, complimenti mancava al mondo una tale impennata di ovvietà.
Comunque adesso sto scrivendo, ed è già un passo avanti, ma che cosa sto scrivendo?
Nulla, sono solo liberi pensieri, inconsistenti, banali, ripetitivi e inutili.
Ma potrebbero anche essere terapeutici forse….. e quindi potrei sfogarmi raccontando di tutti i miei problemi dei miei difetti degli errori e dello sconforto…. certo potrei farlo ma allora dovrei raccontare anche della bellezza e della gioia del vivere che nonostante tutto c’è ed è più reale di quanto sembri.
E allora?
Che noia….., non amo commiserarmi (almeno non in pubblico) e tantomeno ergermi a campione del mio destino, forse preferisco spostarmi di lato e osservare le cose e provare a raccontarle.
Come quella volta sul treno, quando lavoravo a Milano, tornando a casa la sera seduto tra i pendolari e gli studenti ho iniziato a scrivere di quello che vedevo ed in effetti di cose da raccontare ce ne sono state, anche in un semplice e banale viaggio di mezz’ora su di un treno metropolitano.
Ragazzetti con i piedi sui sedili (ma perché?) che si raccontano a versi e risate la giornata appena passata , pendolari da una vita che si addormentano con la testa appoggiata al finestrino appannato dal loro respiro, mamme sempre con tre figli piccoli custodi di altrettanto numerosi passeggini, borse, ombrelli e zainetti che quando devono scendere è spettacolare osservare come riescano da sole a non dimenticarsi nulla sul treno, nemmeno i figli; signori distinti, impiegati in banca che leggono impegnatissimi il Sole 24 ore, operando complesse estrazioni nasali dimenticandosi di essere in mezzo almeno a ottanta persone che schifate guardano per pietà oltre, stranieri dagli sguardi duri e silenziosi tuffati a scrivere convulsamente messaggi sul cellulare a chissà chi, ragazze bellissime con cui pensare a pazzesche storie d’amore nello spazio temporale di una fermata, gruppi di impiegate amiche da almeno vent’anni sempre insieme a raccontarsi sempre le stesse storie su figli, mariti e capiufficio avendo pure il coraggio di organizzare pizzate insieme per il prossimo venerdì tento i mariti hanno il calcetto… e appunto, gruppi di commissari tecnici impegnatissimi in ragionamenti calcistici di alto livello tra la difesa a zona e le fasce da far rientrare o fare salire…. boh!
Chi manca? Chi sono gli ultimi? Tutti e nessuno, alla fine i binari trasportano ogni giorno avanti e indietro: persone, giornali, cappelli, sciarpe, borse, settimane enigmistiche, cuffie e cellulari, portatili, sogni, pensieri, paure, amori e spesso vite intere per anni….. tra la casa e l’ufficio e tra l’ufficio e la casa proprio come un sistema cardiaco di vene ed arterie che spingono i piccoli globuli rossi dai polmoni al cuore e dal cuore al resto del corpo lasciando il loro carico di ossigeno per poi tornare al cuore e rispediti ai polmoni per ricaricarsi.
Andate a casa gente, in quelle poche ore cercate di staccare la spina e pensate un po’ a voi stessi e a chi volete bene; leggetevi un libro, oppure la storia del Texas su Wikipedia, non spiaggiatevi troppo sul divano tanto in TV c’è sempre poco o niente da vedere, scrivete ad un amico, chiamate i vostri vecchi, giocate con i vostri figli, configurate una Porsche, date l’acqua al bonsai, uscite con il vostro cane, fate l’amore con chi volete e poi sognate…. domani è un altro giorno.
Buonanotte a tutti voli e ai miei liberi pensieri.